Rossi e Ducati, bisogna farla finita
Valentino Rossi è sempre più deluso dalla Ducati, a Silverstone il Dottore ha vissuto il weekend più deludente ed ha lanciato un ultimatum "Nel 2013 voglio una moto competitiva". La Ducati se vuole tenerlo deve rivoluzionare tutto, altrimenti nel futuro del 9 volte iridato c'è la Honda clienti

"L'unica cosa che conta per me il prossimo anno è avere una moto competitiva. Se la Ducati lo fosse adesso, potrei firmare il rinnovo già adesso". Il messaggio che Valentino Rossi ha lanciato alla casa di Borgo Panigale al termine del weekend più frustrante e deludente della stagione (nel quale ha incassato oltre 20 secondi dal compagno di squadra Hayden ed è stato protagonista anche di una scivolata, per fortuna senza conseguenze nelle prove) è stato chiaro e sibillino.
O RIVOLUZIONE, O ADDIO DUCATI - Il nove volte campione del mondo di fare brutte figure si è rotto le scatole. Per questo il pilota di Tavullia chiede alla Ducati e indirettamente alla Audi (nuovo proprietario della scuderia emiliana che prestissimo entreranno nella stanza dei bottoni e detteranno la linea da seguire) di darsi ancora più da fare per rendere competitiva la Desmosedici. Il telaio perimetrale in alluminio, adottato al posto di quello a traliccio, non è bastato per colmare il gap. Per lottare con Yamaha e Honda occorre proseguire nel processo di 'giapponesizzazione' e prendere in considerazione l'idea di intervenire anche sul motore. Il propulsore con distribuzione desmodromica è da sempre il tratto distintivo della Ducati però la MotoGp del futuro va in una direzione opposta: con i propulsori troppo potenti e grezzi purtroppo non si va da nessuna parte. Per fare bene occorrono moto agili e propulsori dolci. Se la Ducati imboccherà definitvamente questa strada, rinunciando alla propria storia e ai propri dogmi, allora Rossi rimarrà. Altrimenti saluterà tutti e tornerà a guidare una moto giapponese, per la prima volta nella sua carriera, in un team non ufficiale.

VIA LA ROOKIE RULES, HRC TUTTA SPAGNOLA - L'ipotesi che Rossi possa tornare in HRC sono praticamente scomparse ieri, quando Carmelo Ezpeleta (numero uno della Dorna), ha annunciato a Telecinquo la volontà di abrogare la rookie rule, la regola che fino a quest'anno impediva ai debuttanti di correre per una squadra non clienti. La decisione sarà ufficializzata ad Assen e permetterà alla HRC di poter tesserare da subito Marc Marquez, il nuovo astro nascente del motociclismo iberico (attuale leader del mondiale Moto2) e pupillo della Repsol, main sponsor del team HRC. Al suo fianco, a fargli da chioccia salvo clamorosi colpi di scena sarà confermato Dani Pedrosa, uno che anche ieri ha dimostrato di non avere le stimmate del campione ma che è un pilota regolare e che male che vada arriva sempre al podio (quinto podio in sei gare). Per Rossi così le possibilità in caso di addio alla Ducati sono due: un ritorno in Yamaha (difficile nonostante alcune laconiche boutade di Jorge Lorenzo) o l'approdo in un team Honda clienti, come quello di Fausto Gresini, che oggi dalle pagine del Corriere dello Sport ha aperto al Dottore. A meno che, con l'aiuto degli sponsor, il Dottore non decida di farsi un team tutto suo. Difficilissimo ma non impossibile.
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